Quanto tempo è stato ad Auschwitz Primo Levi?
Il 22 febbraio 1944 Levi e altri 650 ebrei, donne e uomini, furono stipati su un treno merci (oltre 50 persone in ogni vagone) e destinati al campo di concentramento di Auschwitz in Polonia; il viaggio durò cinque giorni.
Come si è salvato Primo Levi?
Destinato allo sterminio, si salva. Prima di tutto è chimico e lì vicino, nel Lager di Monowitz c’è una fabbrica di gomma sintetica dei tedeschi, Buna: lavorerà lì, gli ultimi mesi della prigionia al caldo. Poi è magro, piccolo, vive con poco. Lo soccorre un muratore, un piemontese come lui, Lorenzo.
Che lavoro faceva Primo Levi ad Auschwitz?
Prima di essere deportato a Auschwitz Levi lavorò nel laboratorio di una cava d’amianto, poi in un’industria farmaceutica. Una volta tornato in Italia trovò impiego in una fabbrica di vernici di Settimo Torinese, comune operaio alle porte di Torino.
In che modo la chimica ha salvato la vita a Primo Levi nella sua deportazione ad Auschwitz?
La chimica gli ha dunque salvato la vita, facendolo entrare in un laboratorio caldo negli ultimi mesi di Lager. Quindi gli darà da mangiare nel corso della sua vita, com’è raccontato in Il sistema periodico, del 1975, il più leviano dei libri di Levi, dirà Italo Calvino.
Perché si salva Primo Levi?
Prima di essere deportato a Auschwitz Levi lavorò nel laboratorio di una cava d’amianto, poi in un’industria farmaceutica. Fu proprio ad Auschwitz che la scienza lo salvò ancora una volta. Prima perché lo studio della chimica lo aveva portato ad imparare il tedesco, essenziale per navigare la acque torbide del lager.
Che cos’è l Olocausto spiegato ai bambini?
Shoah è una parola ebraica che significa «catastrofe»: questa è una definizione preferibile al termine olocausto, che indica invece una forma di sacrificio a Dio in cui la vittima da offrire veniva bruciata viva sull’altare.