Sommario
Cosa succede se non firmo il rinnovo del contratto?
Se il datore di lavoro non applica la proroga automatica del contratto (da comunicare tramite modello Unilav entro 5 giorni dalla data di scadenza), può essere condannato al risarcimento del danno a favore del lavoratore.
Come si può modificare un contratto?
La prima regola, dunque, per modificare un contratto è la seguente: un’eventuale modifica deve seguire la stessa forma dell’originario contratto. In pratica, questo significa che: un contratto scritto può essere modificato solo mediante un altro scritto.
Come può essere modificato un contratto scritto?
un contratto scritto può essere modificato solo mediante un altro scritto. In particolare, se si tratta di un atto notarile (si pensi a una donazione) è necessario tornare dal notaio, mentre le scritture private possono essere integrate o sostituite da altre scritture private;
Come avviene la modifica unilaterale del contratto?
La modifica unilaterale è proprio questo: l’azienda esercita il diritto di rimodulare il contratto secondo le proprie esigenze, a prescindere se la controparte sia favorevole o meno a questa decisione. Difficile che avvenga la situazione opposta, ovverosia che il cliente modifichi la propria situazione.
Come avviene la modifica di una clausola contrattuale?
La modifica di una clausola contrattuale deve avere la stessa forma del contratto stesso, vale a dire la forma scritta. Ciò significa che se una clausola viene modificata, le parti devono firmare un nuovo atto. Il nuovo atto va registrato obbligatoriamente solo nel caso di aumento del canone di locazione.
Quando si sa se il contratto viene rinnovato?
Lgs. 15 giugno 2015, n. 81, dispone che il termine del contratto a tempo determinato può essere prorogato, con il consenso del lavoratore, solo quando la durata iniziale del contratto sia inferiore a 24 mesi, e, comunque, per un massimo di 4 volte nell’arco di 24 mesi a prescindere dal numero dei contratti.
Quando scade un contratto di lavoro si ha diritto alla disoccupazione?
La Naspi spetta al lavoratore dipendente che cessa involontariamente la propria attività lavorativa. Quindi spetta qualora si venga licenziati, qualora scada un contratta a termine non rinnovato, ma anche per le neomamme che si dimettono nel primo anno di vita del bambino o per chi si dimette per giusta causa.