Cosa succede a mangiare cibo ricongelato?
I batteri si destano e riprendono a moltiplicarsi una volta che l’alimento viene scongelato. Ma se ricongela, essi aumentano ancora, e ancora. Tutto ciò diventa quindi molto pericoloso per la nostra salute. Anche se cotto, quell’alimento ricongelato potrebbe rilasciare tossine che resistono anche ad alte temperature.
Che cosa non si può congelare?
Ecco perciò gli alimenti che non andrebbero mai congelati:
- Verdura. Le verdure a foglia verde, i cetrioli, le cipolle e i pomodori, una volta scongelati non hanno più consistenza per via dell’alto livello di acqua che contengono.
- Frutta.
- Uova.
- Formaggi.
- Panna.
- Salse.
- Pesce.
- Alimenti fritti.
Come avviene il congelamento di un alimento scongelato?
Anzi, con il congelamento i batteri entrano in uno stato di quiescenza, riprendendo a moltiplicarsi non appena l’alimento verrà scongelato. Quindi, se un alimento scongelato fosse ricongelato, il numero di batteri si moltiplicherebbe ancora di più in maniera esponenziale, risultando altamente pericoloso per la nostra salute.
Cosa succede con lo scongelamento degli alimenti congelati nei freezer?
Con lo scongelamento degli alimenti congelati nei freezer di casa, vi è la perdita di proteine, vitamine e minerali nella cosiddetta acqua di scongelamento. Questa conseguenza naturalmente si amplificherebbe se un alimento, dopo essere stato congelato e scongelato, venisse ricongelato.
Quali sono le conseguenze del congelamento casalingo?
Ricongelare i cibi dopo averli scongelati ha due importanti conseguenze, una relativa alla qualità nutrizionale dell’alimento e l’altra relativa alla carica batterica. A livello nutrizionale, il congelamento casalingo comporta la formazione di cristalli di ghiaccio che rompono la struttura delle cellule dei cibi congelati.
Come scongelare e ricongelare gli alimenti?
Scongelare e ricongelare gli alimenti è una pratica altamente sconsigliata per i problemi nutrizionali e salutari che ne potrebbero derivare. Solitamente, gli alimenti congelati vanno consumati massimo entro 24 ore dallo scongelamento e previa cottura, per distruggere la carica microbica.