Sommario
Quale messaggio rivolge Socrate a coloro che lo hanno condannato?
Decretata la pena capitale, Socrate rivolge la parola ai suoi concittadini per la terza e ultima volta. Rivolgendosi a coloro che lo hanno condannato, Socrate rimarca con ostinazione la scelta fatta di appellarsi alla giustizia senza fare leva sulla compassione dei giurati.
Quando viene processato Socrate?
“Il processo di Socrate” Siamo in Atene, nel 399 a . C .; l’Areopago si è adunato per giudicare un cittadino che alcuni ritengono una delle più grandi menti dell’umanità mentre per altri è un pericoloso nemico dello stato.
Cosa significa Apologia di Socrate?
L’apologia è però il resoconto di un processo: Socrate non poteva dialogare, in un tribunale di Atene: egli doveva presentare un’arringa per difendersi dalle accuse di corrompere i giovani, non riconoscere gli dèi della città e di introdurne di nuovi.
Perché Socrate accetta la condanna?
Perché Socrate accetta la condanna a morte e non preferisce piuttosto scappare? Apollonio Rodio il 26 Marzo 2017 ha risposto: In sostanza, per estrema coerenza alle proprie convinzioni. Socrate, infatti, afferma, nell’Apologia di Platone, che è meglio subire un’ingiustizia piuttosto che compierla.
Per cosa è stato processato Socrate?
E’ proprio in questo contesto che si situano il processo e poi la condanna a Socrate: gli esponenti del partito democratico (Anito, Meleto e Licone) accusavano il filosofo di empietà, per avere introdotto nella città ateniese nuovi dèi, e di corruzione dei giovani.
Perché fu processato Socrate?
Le accuse erano sostanzialmente due: la prima era la vera e propria accusa di empietà, la grafØ ésebe¤aw (graphè asebeías): “Socrate non riconosce gli dèi della città, e anzi introduce altre e nuove divinità”. La seconda accusa era quella di corrompere i giovani.
Perché viene messo a morte Socrate?
La morte di Socrate Dagli stessi venne tacciato di voler diffondere una nuova religione e di corrompere i giovani. Il 399 a.C. venne condannato a morte tramite avvelenamento con la cicuta (usata, nell’antica Grecia, per assegnare la pena capitale).