Cosa significa fare il tutor nelle scuole?
Il tutor scolastico può essere considerato una guida che accompagna gli studenti all’interno dell’ambiente di apprendimento; il suo intervento si rivolge all’individuo nella sua globalità, integrando la trasmissione del sapere con la promozione del benessere e la valorizzazione delle singole identità.
Cosa fa il docente tutor?
Il tutor del docente neoimmesso in ruolo orienta, accompagna e monitora nell’anno di formazione e prova, mettendo in atto strategie empatiche e collaborative e diventando a sua volta protagonista di un processo formativo. “Chi sa fa, chi non sa insegna”, suona un adagio provocatorio.
Chi è il tutor PCTO?
promuove le competenze degli studenti ed è raccordo tra l’istituzione scolastica, il mondo del lavoro e il territorio; svolge il ruolo di assistenza e guida degli studenti nei PCTO; svolge compiti riconosciuti nel quadro della valorizzazione della professionalità del personale docente.
Qual è il tutor di formazione?
Il tutor di formazione è un particolare lavoratore della conoscenza ( knowledge worker) che, operando generalmente all’interno di un’istituzione di educazione formale in base ad uno specifico progetto educativo, accompagna gli allievi di un corso di formazione nel processo di apprendimento .
Qual è la professione del tutor?
La professione del tutor ha assunto un ruolo centrale nell’apprendimento con l’E-learning o apprendimento in rete in cui c’è bisogno di particolare attenzione e cura del singolo allievo, della comunità che apprende e dei processi formativi.
Come vengono nominati i tutor per l’anno di prova docenti?
Nomina del tutor per l’anno di prova docenti I tutor vengono nominati all’inizio di ogni anno scolastico dal Dirigente a seguito di una consulta con il Collegio dei docenti a regolamentare questa modalità assegnazione dei tutor è l’art.12 del decreto 850.
Qual è la strategia del tutoring?
La strategia del Tutoring, come tutte le tecniche basate sulla collaborazione tra alunni, crea opportunità straordinarie per l’educazione di ogni alunno, compresi (anzi soprattutto) quelli classificati “a rischio” o in situazione di handicap.