Sommario
Cosa fa un avvocato giuslavorista?
L’avvocato del lavoro (o giuslavorista in termine tecnico) è colui – o colei – che si occupa di fornire un supporto in tutte le necessità che riguardano i rapporti di lavoro tra aziende/ditte individuali, e i loro dipendenti/collaboratori/agenti ecc.
Come si diventa giuslavorista?
L’avvocato del lavoro è in possesso di un diploma di laurea magistrale in Giurisprudenza e possibilmente ha presentato una tesi proprio in Diritto del lavoro. Ha completato i 18 mesi di pratica forense previsti e superato l’esame di abilitazione per diventare avvocato, che si svolge una volta all’anno.
Che cosa è assunta dall’avvocato?
Quella assunta dall’avvocato è obbligazione di mezzi e non di risultato: l’avvocato, quindi, non risponde se il suo cliente non raggiunge il risultato sperato. Rientra invece nel dovere del professionista svolgere ogni attività necessaria e utile alla fattispecie concreta.
Cosa deve fare l’avvocato sostituito?
L’avvocato sostituito deve adoperarsi affinché la successione nel mandato avvenga senza danni per l’assistito, fornendo al nuovo difensore tutti gli elementi per facilitargli la prosecuzione della difesa.
Quali sono i principi grammaticali di un avvocato?
Avvocato donna, avvocatessa o avvocata: è una questione dove i principi grammaticali si intrecciano con ragioni extralinguistiche, soprattutto con il cambiamento culturale avvenuto negli ultimi anni, grazie al quale sempre più donne accedono a lavori che prima erano appannaggio dei soli uomini.
Qual è il fondamento per il rapporto cliente – avvocato?
Il fondamento per il rapporto cliente – avvocato è il (reciproco) rapporto di fiducia: stabilisce infatti, l’articolo 35 del Codice deontologico Forense, che contiene la regolamentazione anche del rapporto fra cliente ed avvocato, che “il rapporto con la parte assistita è fondato sulla fiducia”.