Quando scatta la perdita del diritto di abitazione della casa coniugale?
Per stabilire quando scatta la perdita del diritto di abitazione della casa coniugale bisogna capire quali sono i presupposti per la sua assegnazione, le condizioni cioè in presenza delle quali un giudice, nell’ambito di una causa di separazione tra marito e moglie, può accordare a uno dei due ex coniugi la possibilità di continuare a vivere
Cosa comporta l’assegnazione della casa coniugale?
Il provvedimento di assegnazione della casa coniugale comporta il diritto del beneficiario di continuare a vivere lì in modo gratuito, non anche l’esonero dalle spese legate all’utilizzo della stessa. Le spese della casa familiare gravano sull’assegnatario. In questo si è espressa in modo eloquente la Suprema Corte di cassazione che,
Come si può revocare il diritto di abitazione nella casa coniugale?
Ben può avvenire che, una volta assegnato il diritto di abitazione nella casa coniugale al coniuge collocatario dei figli, questo diritto venga revocato. La legge indica i seguenti fatti, in presenza dei quali si può richiedere al giudice la revoca dell’assegnazione della casa familiare: se i figli hanno smesso di convivere con il genitore
Che cosa è la casa coniugale?
La casa familiare o casa coniugale è un concetto che viene in diritto viene richiamato al momento della separazione o del divorzio dei coniugi. L’articolo 337 sexies del codice civile è relativo all’assegnazione della casa coniugale quando si rompe il legame tra i due coniugi. In che cosa consiste la casa familiare o coniugale
Come si può acquistare l’immobile da entrambi i coniugi?
Attualmente l’immobile risulta cointestato per metà ad entrambi i coniugi; ciò significa che, affinché l’uomo possa diventarne proprietario esclusivo, dovrà acquistare anche la quota parte di proprietà di sua moglie. Tale acquisto può avvenire con le modalità volute dagli ex coniugi comproprietari.