Quali sono le conseguenze se si fallisce?
L’imprenditore fallito non può più stare in giudizio in riferimento ai rapporti e alle controversie inerenti al fallimento dell’impresa. Inoltre, tutti i processi che hanno ad oggetto i rapporti compresi nel fallimento vengono interrotti.
Cosa non può fare il fallito?
Il fallito non può ricoprire gli incarichi di: – amministratore e sindaco (e ausiliari del collegio sindacale) di società di capitali e di società cooperative; – esclusione di diritto dalle società semplici, dalle s.n.c.; da accomandatario di s.a.s.; – esclusione dalle sale di borsa.
Cosa può fare un fallito?
Come affermato anche dalla Corte di Cassazione [3], il fallito può persino avviare una nuova impresa commerciale (anche in forma societaria), autonoma e distinta da quella fallita e compiere tutti gli atti necessari alla sua gestione e amministrazione (come aprire conti correnti e stipulare contratti), purché per far …
Chi non può fallire?
Non possono fallire gli enti pubblici, le imprese non commerciali, i piccoli imprenditori (imprenditori agricoli), chi lavora in proprio o con membri della famiglia. Lo stato di insolvenza è il presupposto oggettivo per dichiarare fallimento.
Cosa significa soggetto non fallibile?
La definizione di soggetto fallibile è data dalla Legge fallimentare, che stabilisce quali requisiti siano necessari per rientrare nel campo di applicazione del fallimento. “Non fallibili” sono, invece, tutti i soggetti esclusi dai parametri di questa legge e che quindi possono ricorrere alla Legge 3/2012.
Chi sono i soggetti che possono fallire?
La Legge prevede che solo i soggetti legittimati possano chiedere il fallimento:
- il debitore, cioè l’imprenditore che dimostra di essere insolvente.
- i creditori, che devono dimostrare sia l’esistenza un credito insoddisfatto nei confronti dell’imprenditore sia lo stato di insolvenza di quest’ultimo.