Sommario
Che competenze hanno i Comuni?
Il comune gestisce i servizi elettorali, di stato civile, di anagrafe, di leva militare e di statistica. Ulteriori funzioni amministrative per servizi di competenza statale possono essere affidate ai comuni dalla legge che regola anche i relativi rapporti finanziari, assicurando le risorse necessarie.
Quando il comune ha la facoltà di darsi uno statuto?
È approvato ed emanato dal consiglio di un comune, con cui esso stabilisce il proprio ordinamento generale. Attraverso l’approvazione dello Statuto il Comune si dà le regole relative alla sua amministrazione interna, ai fini e ai mezzi per conseguirli.
Quale fu l’istituzione che successe al comune?
Tra la fine dell’XI secolo e l’inizio del XII, il Comune aumenta la propria potenza e si sostituisce all’autorità costituita, trasformandosi in istituzione pubblica governata da consoli, coadiuvati da un consiglio maggiore per la trattazione degli affari ordinari e da un consiglio minore per la discussione dei problemi …
Quali sono le finalità istituzionali del Comune?
Il Comune rappresenta la popolazione insediata nel proprio territorio, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo civile, sociale ed economico, nel rispetto delle leggi e secondo i principi dell’ordinamento della Repubblica. Il Comune ha autonomia normativa, organizzativa e finanziaria.
Chi approva lo statuto del Comune?
Lo statuto viene deliberato da ciascun consiglio comunale con un voto a maggioranza rinforzata. L’approvazione avviene infatti con la votazione favorevole dei due terzi dei consiglieri del consiglio comunale.
Chi diede origine ai comuni?
LA NASCITA DEI COMUNI Queste associazioni sono formate dai capi delle famiglie più influenti che si impegnarono attraverso giuramento, a tutelare i propri interessi, a promuovere la pace tra la collettività cittadina, l’autonomia delle città dal vescovo o dal signore e la difesa contro i nemici esterni.
Quale fu l’origine del Comune?
Il Comune, cioè la forma di governo autonomo cittadino, apparve nell’Europa occidentale dopo l’anno Mille, per soddisfare il desiderio di leggi, tribunali, organismi amministrativi e politici retti dai cittadini stessi.
Qual è l’uso della cosa comune?
L’uso della cosa comune, in quanto sottoposto dall’art. 1102, cod. civ. ai limiti consistenti nel divieto di ciascun partecipante di alterare la destinazione della stessa e di impedire agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto, non può estendersi all’occupazione di una parte del bene tale da portare, nel concorso
Come si può servire la cosa comune?
L’art. 1102 c.c., infatti, stabilisce che ciascun condomino può servirsi della cosa comune (e, dunque, anche della facciata esterna del fabbricato, dove si trovano le finestre), a condizione che “ non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto ”.
Come regolare l’uso della cosa comune?
518 Nel regolare l’uso della cosa comune da parte di ciascun partecipante, l’art. 1102 del c.c. prevede l’ipotesi che questi intenda eseguire opere per il miglior godimento di essa e gli dà facoltà di eseguirle a proprie spese, purché non ne alterino la destinazione e non ne pregiudichino l’uso, da parte degli altri partecipanti.