Sommario
Quali documenti servono per lavorare nel Regno Unito?
Gli unici documenti necessari sono: Documento di identità italiano. Va bene anche la carta di identità, ma è preferibile avere il passaporto; Tessera sanitaria europea (TEAM), è una tessera che ti da’ il diritto a usufruire di tutti i servizi pubblici dei paesi UE, quindi anche dell’Inghilterra.
Come entrare in UK per lavoro?
I cittadini dei paesi UE che intendono viaggiare, studiare o lavorare nel Regno Unito devono avere particolari requisiti e richiedere un visto d’ingresso….Per lavorare in Inghilterra e nel resto del Regno Unito occorre avere:
- 18 anni compiuti.
- il passaporto.
- un visto d’ingresso UK Visa per motivi di lavoro.
Come si chiama l’Inps in Inghilterra?
La previdenza sociale in UK. La previdenza sociale nel Regno Unito (National Insurance) è gestita da HM Revenue & Customs. I lavoratori sono tenuti a versare i contributi di previdenza sociale, che andranno ad alimentare i fondi destinati ai sussidi ed al sistema pensionistico del Paese.
Come posso fare per andare a lavorare a Londra?
Per fare un breve riassunto, questi passaggi sono:
- Capire quale visto puoi devi richiedere sul sito del governo inglese.
- Preparare un Cv e una lettera di presentazione.
- Fare una ricerca sui siti migliori per trovare lavoro a Londra.
- Cercare uno sponsor che ti permette di lavorare a Londra e di trasferirti.
Come si richiedono i contributi esteri?
Il riscatto dei contributi esteri può essere richiesto dal lavoratore che al momento della domanda sia cittadino italiano, anche se durante i periodi di lavoro all’estero aveva la cittadinanza straniera. Inoltre, la richiesta può essere effettuata anche se il richiedente non risulta assicurato presso l’INPS.
Come riscattare contributi esteri?
Per il riscatto dei contributi previdenziali per lavoro all’estero, bisogna presentare apposita domanda a titolo oneroso in riferimento al periodo lavorativo con costi del tutto a carico del lavoratore.
Chi arriva a Londra deve fare la quarantena?
Viene eliminato l’obbligo di isolamento cautelare, salvo che il test dopo l’arrivo non risulti positivo.