A cosa serve fare la dialisi?
Introdotta a metà degli anni quaranta, ma diventata pratica abituale a partire dagli anni 60, la dialisi è un procedimento (terapia) per rimuovere le scorie prodotte dall’organismo e l’eccesso di liquido dal sangue quando la funzionalità renale del malato risulta compromessa dell’85-90%.
Perché si fa la dialisi peritoneale?
Per depurare l’organismo dalle tossine uremiche che vi si accumulano a causa dell’insufficienza renale, la dialisi peritoneale sfrutta come filtro una membrana sierosa naturale detta peritoneo, che riveste l’intestino e gran parte dei visceri addominali e li fissa alle pareti stesse della cavità addominale.
Quando si parla di dialisi renale?
I sintomi tendono a comparire quando la malattia è in fase avanzata, in quanto il rene possiede una grossa riserva funzionale. La dialisi è consigliata alla comparsa di segni clinici rappresentativi di una grave perdita di funzionalità renale, con livelli pericolosamente alti di prodotti di scarto nel sangue .
Come rimangono le persone in dialisi?
Molte persone rimangono in dialisi per un lungo periodo di tempo (in alcuni casi, per il resto della loro vita), ma per una minoranza significativa di pazienti l’obiettivo ultimo consiste nel trapianto di rene, il quale rappresenta il trattamento migliore per l’insufficienza renale.
Quali sono i soggetti sottoposti a dialisi?
La maggior parte dei soggetti sottoposti a dialisi è in grado di alimentarsi con una dieta accettabile, ha una normale pressione arteriosa, non sviluppa anemia grave (una riduzione del numero dei globuli rossi che trasportano l’ossigeno alle cellule dell’organismo) ed evitano la progressione di lesioni nervose e di altre complicanze.
Cosa contiene il liquido dialitico durante la dialisi peritoneale?
Il liquido dialitico che viene utilizzato durante la dialisi peritoneale contiene molecole di zucchero, alcune delle quali possono essere assorbite dall’organismo.