Sommario
Quanto può durare la maternità a rischio?
Nel caso la richiesta sia accolta la lavoratrice potrà astenersi dal lavoro per tutto il periodo di gravidanza, con possibilità, in caso di particolari rischi, di prolungare l’astensione al periodo di allattamento fino a 7 mesi dopo il parto.
Cosa fare in caso di maternità a rischio?
La lavoratrice madre che presenti complicanze durante il periodo di gravidanza, può presentare all’Azienda Sanitaria, domanda di astensione per gravidanza a rischio corredata da un certificato medico redatto da un ginecologo del SSN o da un ginecologo convenzionato.
Qual è il congedo di maternità?
Il congedo di maternità è il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro riconosciuto alle lavoratrici dipendenti durante la gravidanza e il puerperio. In presenza di determinate condizioni che impediscono alla madre di beneficiare del congedo, l’astensione dal lavoro spetta al padre (congedo di paternità).
Qual è l’obbligatorietà del congedo per le lavoratrici dipendenti?
L’obbligatorietà del congedo per le lavoratrici dipendenti è sancita dal “Testo Unico sulla maternità e paternità” (decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151) che vieta ai datori di lavoro di adibire le donne al lavoro durante il periodo di congedo di maternità.
Qual è il periodo di congedo parentale?
Congedo parentale e malattia La malattia della madre o del padre durante il periodo di congedo parentale interrompe il periodo stesso con conseguente slittamento della scadenza e fa maturare il trattamento economico relativo alle assenze per malattia.
Qual è la retribuzione per la maternità?
Durante il periodo di congedo per maternità, le lavoratrici conservano un’indennità giornaliera pari all’80% della retribuzione; molti contratti collettivi pongono a carico del datore di lavoro il restante 20%. I periodi di maternità sono computati ai fini contributivi, dell’anzianità di servizio, della tredicesima e delle ferie.