Sommario
Cosa intende Marx per saggio del profitto?
Il “saggio di profitto” è così definito dalla formula: s = Pv / (c + v) in cui Pv è appunto il “plusvalore”. La caduta tendenziale di questo saggio è dovuta – in seguito allo sviluppo tecnologico – alla crescita esponenziale di “c” ed è per il filosofo tedesco una delle contraddizioni intrinseche del capitalismo.
Come nasce il plusvalore?
Il plusvalore deriva dall’operaio: l’operaio infatti vende al capitalista la sua forza-lavoro come fosse una merce. Ma l’operaio produce con il proprio lavoro un valore maggiore di quello che gli viene pagato nel salario, quindi il plusvalore è il lavoro che l’operaio offre gratuitamente al capitalista.
Cosa vuol dire saggio del plusvalore?
Il saggio del plusvalore è il rapporto tra il plusvalore ottenuto dallo sfruttamento di ore lavorative non retribuite e il capitale variabile, ovvero il costo effettivo dei salari degli operai, basato sul lavoro necessario.
Come si calcola il saggio di profitto?
La formula del saggio di profitto è dunque la seguente: p=pl/(c+v). Il saggio del plusvalore è pl/v. La legge è tale perché si verifica continuamente un aumento più significativo della parte di capitale investita in mezzi di lavoro e di produzione, rispetto a quella spesa per la forza lavorativa (capitale variabile).
Che cosa significa plusvalore?
plusvalore Nella terminologia marxista, la differenza tra il valore del prodotto del lavoro e la remunerazione sufficiente al mantenimento della forza-lavoro, differenza di cui in un regime capitalistico si approprierebbero gli imprenditori-capitalisti.
Cosa intende Marx con il termine plusvalore?
plusvalore Nella terminologia marxista, la differenza tra il valore del prodotto del lavoro e la remunerazione sufficiente al mantenimento della forza-lavoro, differenza di cui in un regime capitalistico si approprierebbero gli imprenditori-capitalisti. quindi già in Ricardo trae origine dal lavoro non remunerato.