Sommario
Perché Alessandro Magno distrusse Tebe?
Per punire la ribellione Alessandro Magno spinge la lega corinzia a decretare la deportazione in schiavitù degli abitanti di Tebe e la distruzione della città. La decisione è volutamente feroce nei confronti dei tebani per fare da monito alle altre polis greche.
Cosa succede a Tebe dopo la sconfitta contro Alessandro?
Quasi tre mesi dopo la sconfitta, Tebe si trovò in rovine. Furono risparmiati, a titolo di esempio, quei Tebani che erano noti per essere stati filo-macedoni e che si erano espressi, nella riunione del Consiglio, contro la guerra.
Perché Filippo II approfitta della debolezza delle polis per conquistarle?
Filippo II allora approfitta della paura che i greci avevano dei persiani per presentarsi come un difensore della Grecia da questi ultimi e ricordava appunto le sue origini della dinastia di Argo. Per questo molte Polis lo accettano. La capitale era Pella.
Che cosa successe alla morte di Alessandro Magno?
Si crearono così tre regni indipendenti: il regno di Macedonia che comprendeva anche la Grecia; il regno d’Egitto; il regno di Siria che corrispondeva, all’incirca, il vecchio impero persiano e che comprendeva, al suo interno il regno di Pergamo e il regno della Battriana.
Quale atteggiamento ebbe Filippo II con le poleis greche?
Le poleis non finirono con Filippo II di Macedonia, e infatti sopravvissero fino alla conquista romana e oltre. Piuttosto furono messe di fronte al loro grande limite: quello di non saper vivere in accordo e su un piano di parità e di non saper rinunciare a parte della loro autonomia per creare un’autorità comune.
Come riesce a rafforzare la Spagna Filippo II?
Filippo II seguì la politica del padre e con un attento gioco di alleanze matrimoniali fece della Spagna la prima potenza marittima occidentale e il baluardo della cristianità. Alla base del suo potere vi era l’ingente traffico di risorse preziose, oro e argento, provenienti dalle colonie americane.